Obiettivi chiari

La regola base per essere ottimi leader è sicuramente avere un progetto di vita che possa comunicare sicurezza: è essenziale delineare i nostri obiettivi in modo chiaro e definito, da inseguire e realizzare, per vivere da protagonisti senza lasciarsi trasportare passivamente dagli eventi e dal tempo che scorre. Ne ho parlato in maniera molto molto approfondita nel videocorso “Obiettivi”.  Non c’è sicurezza e soddisfazione maggiore verso noi stessi di quella derivante dal raggiungere un traguardo che ci eravamo prefissati.

E’ importante che gli obiettivi siano formulati in modo positivo: una meta definita in negativo non è una vera meta. “Non voglio fare questo lavoro” non esprime un progetto preciso, ma solo un allontanamento da qualcosa. “Sarò un pilota” invece è la modalità più esatta, meglio ancora se poi viene formulata utilizzando il tempo presente: “sono un pilota”, così da renderlo un obiettivo ancora più vicino.

Per gli obiettivi è fondamentale la distinzione tra quelli di tipo finale e quelli di tipo strumentale. Prendiamo il caso di un individuo che identifichi uno scopo della sua vita affermando “Voglio un lavoro più redditizio”: in realtà in questo caso un impiego maggiormente remunerativo potrebbe essere solo uno strumento grazie al quale conseguire risultati diversi e più elevati, come magari comprare una casa più grande. Ciò su cui quell’individuo deve focalizzare la sua attenzione e le sue energie non è perciò il primo, che è solo un mezzo, bensì il secondo, l’obiettivo finale: “Voglio avere una nuova casa”. Solo questo tipo di obiettivi, infatti, rappresentano i nostri veri e più profondi desideri, che bramiamo con tutta la passione e l’energia di cui siamo capaci, vissuti con il cuore e caricati di emozioni.

Il primo requisito da non sottovalutare assolutamente è quello della coerenza con il nostro sistema di valori e possibilità: un obiettivo non deve mai eludere la rete dei nostri riferimenti interni, tanto meno interferire con la nostra salute fisica e mentale. In entrambi i casi o non lo raggiungeremo affatto, oppure lo raggiungeremo senza però riuscire a mantenerlo; e comunque non saremo soddisfatti né tanto meno felici. Piuttosto dobbiamo pensare ad una sorta di tabella di marcia, che lo renda raggiungibile in tempi determinati.

Questo vuol dire che l’obiettivo deve possedere il fondamentale requisito della misurabilità, così da poter sempre quantificare quanto ci stiamo avvicinando alla nostra meta e soprattutto in modo da renderci conto di quando l’abbiamo effettivamente raggiunta: per un venditore questo potrebbe significare un certo fatturato o un certo numero di prodotti venduti; per un seduttore potrebbe essere il fatto di ottenere un appuntamento dal partner.

Anche la motivazione che è dietro ad un obiettivo è molto importante: proviamo dunque ad aumentarla attraverso un semplice esercizio.

ESERCIZIO
Immaginiamo la nostra vita come una linea che dal passato va verso il futuro, attraversando il presente: posizioniamo lungo questa “linea del tempo” tutti gli eventi della nostra vita; pensiamo di collocarci su di essa all’altezza del punto in cui riteniamo opportuno raggiungere l’obiettivo che abbiamo formulato, tra un mese o tra un anno o tra dieci.

Immaginiamo di trasportarci in quel punto, quando cioè avremo conseguito l’obiettivo che ci eravamo prefissati, e non fare altro che vivere quello che vivremo quando ciò avverrà. Come possiamo capire di averlo raggiunto? Cosa sentiamo? Quali sensazioni? Cosa possiamo vedere? Che suoni possiamo ascoltare? Rispondiamo a queste domande, così da rendere ancora più chiaro il nostro obiettivo.

Le persone che ci sono vicine, come fanno a capire che abbiamo raggiunto quell’obiettivo? Cosa vedono? Cosa ci dicono? Che sensazioni ci fanno provare? In che modo manifestano il loro apprezzamento nei nostri confronti? Dobbiamo vivere la scena con l’immaginazione, entrando in essa e godendone con tutti e cinque i sensi. Prima assumiamo la posizione percettiva interna a noi, poi cambiamo ottica e poniamoci da un punto di vista esterno, per avere una visione ancor più motivante.

Ora non resta che spostare lo sguardo indietro, da quel punto futuro verso il presente, e lentamente, come se riavvolgessimo la pellicola di un film, ripercorrere al contrario tutti gli eventi intermedi, dal momento in cui abbiamo conseguito l’obiettivo a quello in cui abbiamo mosso il primo passo nella sua direzione.

Seguendo questo procedimento, torneremo al presente più carichi di motivazione e determinati: la procedura di visualizzazione appena descritta, infatti, permette al nostro cervello di focalizzarsi in modo automatico verso quell’obiettivo, perché viene sensibilizzato nei confronti di tutti i passi, gli atteggiamenti e i comportamenti che si trovano lungo la strada del successo. In questo modo restiamo sempre orientati verso le nostre mete e ci assumiamo in senso pieno la responsabilità del nostro cammino verso la meta, dal primo all’ultimo passo.